Visioni
Il sogno infranto di Jeff Buckley
Note sparse L'11 marzo la Sony pubblica l'ennesimo album postumo del geniale artista americano. Due inediti e otto cover che alla fine non sembrano meri esercizi di imitazioni ma scintille capaci di rivelare le mille anime che abitavano in una sola voce
Jeff Buckley – foto Miko ariga - Wine Blue
Note sparse L'11 marzo la Sony pubblica l'ennesimo album postumo del geniale artista americano. Due inediti e otto cover che alla fine non sembrano meri esercizi di imitazioni ma scintille capaci di rivelare le mille anime che abitavano in una sola voce
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 9 marzo 2016
Ai bagliori di un decennio assordante, siamo negli anni ’90, fatto di logore chitarre all’eccesso, musica house contaminata dal mainstream, gangsta rap sdoganato dalle strade, qualcosa di essenziale, lirico, vitale ed elegiaco in ugual misura, ha illuminato quel panorama musicale confuso e ancora in fase di definizione. Una scintilla, sfavillante e breve per sua stessa natura, che rispondeva al nome di Jeff Buckley, un solo album, Grace, ancora oggi un classico, anche per le nuove generazioni. Pochi anni di attività, un successo sempre crescente, trascinato dalla cover di Hallelujah di Leonard Cohen, e infine la tragica scomparsa, nel 1997, quando...