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Il tabù della destra xenofoba

Europa La destra neoliberista si propone come un argine a ben peggiori derive e il conto più salato lo pagano le socialdemocrazie che in proprio (come in Francia) o all'interno delle grandi coalizioni (come in Olanda o in Germania) hanno controfirmato, o promosso, politiche di austerità, privatizzazioni e smantellamento del welfare

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 17 marzo 2017
A rischio di passare quasi per ottimisti in un’Europa che non offre certo l’occasione per esserlo, il risultato delle elezioni olandesi può leggersi come il segno di un limite, di una soglia che le destre nazionaliste e xenofobe non sono in grado di valicare. Geert Wilders avanza, ma non sfonda le linee del liberalismo europeista, l’espansione dell’Afd in Germania segna una battuta di arresto, in Austria il candidato della destra Norbert Hofer non è riuscito a scalare la presidenza della Repubblica, Marine Le Pen, pur contando su un buon radicamento sociale, solo grazie a un miracolo nero potrebbe passare al...

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