Cultura
Il tempo rotatorio alla Thelonious Monk
Mostre Qualche riflessione in margine all'immobilità metafisica di Giorgio de Chirico, dopo la visita alla mostra a Palazzo dei Diamanti di Ferrara
Mostre Qualche riflessione in margine all'immobilità metafisica di Giorgio de Chirico, dopo la visita alla mostra a Palazzo dei Diamanti di Ferrara
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 10 dicembre 2015
Giorgio de Chirico, Il Trovatore (part.), 1917 Nella pittura, nella scultura, nelle immagini che non siano in movimento, il tempo, cioè quella che assieme allo spazio è per Kant forma a priori, garanzia dell’intuizione dei fenomeni esterni e fondamento della conoscenza del mondo esterno, il tempo ha in generale scarso rilievo: scorre, anche se solo all’indietro, diventa solo «passato». Giorgio de Chirico, a differenza di suo fratello Alberto Savinio, soprattutto un letterato, ma anche un appassionato di musica, non ebbe interesse alcuno per questa problematica realtà contro la quale giocò anche a rimpiattino, rifacendo propri quadri, datandoli a tempi diversi...