Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 31 agosto 2022
Che tempi quelli in cui la rete sembrava essere il contraltare democratico e partecipativo della televisione generalista. Quanto quest’ultima appariva il regno dell’omologazione e del pensiero alienanti, Internet era non solo una cittadella resistente, bensì un modello alternativo all’antica logica della centrale emittente verso un’audience indistinta. Era il paradigma della vecchia comunicazione radiotelevisiva, cui il berlusconismo conferì un tocco di brutale realismo. La rete fece sognare. L’utopia degli anni sessanta del novecento, quella dell’informazione di base e dell’entrata in scena dei soggetti trascurati dalle culture ufficiali, si inverava. Così fu per qualche anno, dall’inizio dei novanta con il World Wide...