Alias Domenica
Il tessile ritrattista agli albori dell’arte fotografica
Una mostra a Biella, alla Fondazione Sella Venanzio Sella, il fratello di Quintino, fu imprenditore e studioso di chimica applicata. Si appassionò alla fotografia come macchina per «riprodurre» la realtà. Ha lasciato scatti e un manuale
Venanzio Sella, foto della moglie Clementina Sella Mosca Riatel, 1860 ca., albumina da lastra al collodio
Una mostra a Biella, alla Fondazione Sella Venanzio Sella, il fratello di Quintino, fu imprenditore e studioso di chimica applicata. Si appassionò alla fotografia come macchina per «riprodurre» la realtà. Ha lasciato scatti e un manuale
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 10 novembre 2019
Maurizio GiufrèBIELLA
E’ il 1856 quando Giuseppe Venanzio Sella (1823-’76) pubblica il «Plico del Fotografo», un manuale che come recita il sottotitolo insegna a «disegnare» la realtà «col mezzo della luce». Un modo di lusingare chi nella camera obscura vide un’occasione di confronto irripetibile con il mondo dell’arte. Non a caso, come evidenziò Heinrich Schwarz, Nadar fu considerato il «Tiziano del ritratto fotografico» e Daguerre un «incisore pari a Rembrandt». Eppure il consenso nei confronti della fotografia non era così assoluto. Baudelaire la giudicava «il rifugio di tutti i pittori mancati», anzi un’invenzione dannosa che doveva rimanere l’«ancella delle scienze e delle...