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Il vaccino che ancora ci manca
In una parola Non tutti ricordano che la parola vaccino deriva dal paziente e prezioso animale chiamato vacca (termine che usiamo in volgari modi dispregiativi, con aggravanti maschiliste, chissà perché) e che ha […]
In una parola Non tutti ricordano che la parola vaccino deriva dal paziente e prezioso animale chiamato vacca (termine che usiamo in volgari modi dispregiativi, con aggravanti maschiliste, chissà perché) e che ha […]
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 29 dicembre 2020
Non tutti ricordano che la parola vaccino deriva dal paziente e prezioso animale chiamato vacca (termine che usiamo in volgari modi dispregiativi, con aggravanti maschiliste, chissà perché) e che ha assunto il suo significato dal fatto che il virus del vaiolo delle vacche, prelevato dagli animali e iniettato su di noi, ha debellato il ben più pericoloso virus del vaiolo degli umani. Dunque il «nemico» virus del vaiolo fu «sconfitto» da un altro microscopico esserino in un certo senso «amico». Ormai le metafore guerresche a proposito della pandemia che stiamo vivendo (e morendo) stanno precipitando nel ridicolo e per questo...