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Il vaccino in carcere. Una firma contro la discriminazione
Fuoriluogo Nonostante i dati ci dicano che solo l’asintomaticità sta, per il momento, limitando il numero delle vittime, neppure l’appello della senatrice a vita Liliana Segre e di Mauro Palma, garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà ha rotto il muro della resistenza legato al ricatto del consenso
Fuoriluogo Nonostante i dati ci dicano che solo l’asintomaticità sta, per il momento, limitando il numero delle vittime, neppure l’appello della senatrice a vita Liliana Segre e di Mauro Palma, garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà ha rotto il muro della resistenza legato al ricatto del consenso
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 6 gennaio 2021
Siamo tutti reclusi in questo anno di pandemia, ma c’è chi è più prigioniero di altri, più esposto ai rischi, più abbandonato. In questi mesi i detenuti stanno vivendo la più dura delle carcerazioni, impediti in gran parte delle attività e dei contatti con l’esterno, finanche con i familiari che possono vedere di persona, una volta al mese e separati da una barriera di plexiglas. Unico conforto: il telefono. Il tutto per misure di prevenzione giustificate dal fatto che le carceri sono comunità chiuse, in cui convivono centinaia, se non migliaia di persone, in spazi insufficienti e con scarse condizioni...