Editoriale

Il virus peggiore da Lega e Confindustria

Il virus peggiore da Lega e ConfindustriaBraccianti – Foto Emblema

Solo schiavi Immigrati vuol dire soprattutto braccianti, significa sfruttamento schiavista, e sarà importante per sindacati e associazioni tenere alta la guardia verso il coro di voci, padronali e politiche, che ne invocano il ritorno sui campi

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 9 aprile 2020

La cronaca di una tragedia annunciata, in Lombardia, è stata ben spiegata su molti giornali, fatta eccezione di quelli che negano l’evidenza. Non si tratta solo di incompetenza, ma di totale subalternità alle pressioni degli imprenditori che hanno mandato al lavoro centinaia di migliaia di persone nel momento esplosivo della pandemia. E che ora, Confindustria in testa, chiedono di riaprire tutto: prima la borsa poi la vita. Incompetenti se non anche criminali.

Un bel pro-memoria per quanti oggi sollecitano, snocciolando un antico vocabolario, tavoli tecnici, cabina di regia, governo di emergenza in favore delle proposte di Salvini. Come un altro promemoria sulla stoffa della classe dirigente leghista è la commissione d’inchiesta sul disastro delle case di riposo, Pio Albergo Trivulzio in testa, un amarcord italiano che ci riporta indietro di trent’anni.

Oggi il leader leghista annaspa, il Covid19 gli ha tolto lo scettro di imprenditore della paura, e quando appare in tv per chiedere di andare tutti alla santa messa sembra un pugile suonato.

Ora si apre una delicata, rischiosa transizione e proprio mentre il governo è alle prese con la gestione della fase2, soprattutto per la ripresa del lavoro e della produzione, è la questione dell’immigrazione a farsi avanti e a confermarci che con la destra è impossibile condividere la grave emergenza.

Quel che vanno dicendo Salvini e Meloni (proprio lei che diede del “criminale” a Conte per aver osato mettere il dito nella piaga degli ospedali lombardi), è un rigurgito di “prima gli italiani”, una insopportabile propaganda, un altro ipocrita velo che cade dopo quello dell’emergenza sanitaria. E la chiusura dei porti per la pandemia è un pessimo segnale.

Immigrati vuol dire soprattutto braccianti, significa sfruttamento schiavista, e sarà importante per sindacati e associazioni tenere alta la guardia verso il coro di voci, padronali e politiche, che ne invocano il ritorno sui campi, denunciando il bisogno di 200mila braccia per salvare l’agricoltura, magari a colpi di voucher.

Se nulla deve essere come prima, cominciamo da quanti, ricacciati ai bordi delle strade, oggi sono reclamati per piantare i pomodori.

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