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Ilva, fine del modello «produzione a tutti i costi»
Acciaio L’Ilva-Italsider-Ilva-Arcelor Mittal di Taranto, nata quasi sessant’anni fa come fabbrica all’avanguardia, con le migliori tecnologie allora disponibili, ha continuato a usare lo stesso ciclo produttivo fino ad oggi, incurante delle trasformazioni avvenute e ampiamente in uso nel resto del mondo
Acciaio L’Ilva-Italsider-Ilva-Arcelor Mittal di Taranto, nata quasi sessant’anni fa come fabbrica all’avanguardia, con le migliori tecnologie allora disponibili, ha continuato a usare lo stesso ciclo produttivo fino ad oggi, incurante delle trasformazioni avvenute e ampiamente in uso nel resto del mondo
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 12 novembre 2019
Un epilogo annunciato, quello dell’Ilva-Italsider-Ilva-Arcelor Mittal, simbolo della fine di una storia globale, del modello della produzione industriale a tutti i costi: a costo della vita, a costo dell’ambiente. Una storia che ha segnato profondamente le «città del ferro»: Genova, Bagnoli, Piombino, Taranto. Ancora oggi, come ciclicamente è accaduto negli ultimi sette anni, da quando la magistratura tarantina impose il sequestro degli impianti dell’acciaieria, si parla di Taranto in termini di città “ferita” (parola oggi del presidente del consiglio Conte, ieri del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola); ancora sentiamo ripetere «dobbiamo trovare una soluzione» (ma cosa stiamo aspettando ancora...