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In Cile il fallimento del modello neoliberista
Rivolta cilena In questi trent’anni dalla cacciata di Pinochet si sono succeduti governi di centro destra e centrosinistra, che hanno goduto di una sorta di rendita democratica: la fine della paura, la gioia per la libertà riconquistata hanno messo da parte le rivendicazioni sociali per diverso tempo
Rivolta cilena In questi trent’anni dalla cacciata di Pinochet si sono succeduti governi di centro destra e centrosinistra, che hanno goduto di una sorta di rendita democratica: la fine della paura, la gioia per la libertà riconquistata hanno messo da parte le rivendicazioni sociali per diverso tempo
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 29 ottobre 2019
Per troppo tempo abbiamo sottovalutato il modello cileno, citato da tutti i benpensanti come un modello economico vincente. Va ricordato che sotto la guida dei Chicago boys di Milton Friedman fu fatto il primo grande esperimento di economia neoliberista, ovvero di un processo di privatizzazione e sottomissione ai poteri del cosiddetto «libero mercato» che non si era mai tentato a questo livello. Certo, c’era stato Donald Reagan negli Usa e, soprattutto, la Thatcher in Gran Bretagna che aveva inaugurato lo smantellamento del welfare e la privatizzazione delle aziende di Stato (ferrovie, miniere, ecc.), ma l’esperimento cileno andava al di là...