Europa
In fuga sulla ferita balcanica
Reportage dalla Valle di Bihac La rotta balcanica è «chiusa» dal marzo 2016, ma nel 2018 sono stati migliaia i passaggi. Al confine croato-bosniaco 400 profughi da Siria, Iraq, Afghanistan e Sahel sono bloccati dalla polizia. Dietro c’è il Muro di Orbán. Camminano con una sola certezza: «La guerra ci guarda da ogni direzione»
Maljevac, confine tra Croazia e Bosnia Erzegovina, la protesta dei migranti – Afp
Reportage dalla Valle di Bihac La rotta balcanica è «chiusa» dal marzo 2016, ma nel 2018 sono stati migliaia i passaggi. Al confine croato-bosniaco 400 profughi da Siria, Iraq, Afghanistan e Sahel sono bloccati dalla polizia. Dietro c’è il Muro di Orbán. Camminano con una sola certezza: «La guerra ci guarda da ogni direzione»
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 27 ottobre 2018
Federica Iezzi SARAJEVO
La rotta balcanica è stata calpestata da milioni di passi fino al 2016. Da Turchia e Grecia si addentrava per arrivare in Europa occidentale, attraversando Bulgaria e Macedonia prima, Serbia e Ungheria poi. Sebbene la rotta sia stata ufficialmente chiusa da quando il criminale accordo tra Ue e Turchia è entrato in vigore nel marzo 2016, ci sono stati almeno 4.000 attraversamenti non documentati in Bosnia nei primi mesi del 2018. Spesso la provenienza è dai centri per richiedenti asilo e di accoglienza-migranti nelle regioni balcaniche meridionali, dove i rifugiati permangono ai limiti della sopravvivenza per mesi. «LA POLIZIA di...