Cultura
Indagando sull’identità mutante dei subalterni
Scaffale «I poveri possono parlare?», a cura di Lorenzo Coccoli, per Ediesse. Nei saggi raccolti: gli «urban poor» di Palermo, i lavoratori delle piattaforme, la realtà delle occupazioni abitative in Brasile
«Having you on» di Michael Dean, Baltic Centre for Contemporary Art, Gateshead
Scaffale «I poveri possono parlare?», a cura di Lorenzo Coccoli, per Ediesse. Nei saggi raccolti: gli «urban poor» di Palermo, i lavoratori delle piattaforme, la realtà delle occupazioni abitative in Brasile
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 26 marzo 2021
Se è da Gayatri Chakravorty Spivak – e dal suo saggio Can the Subaltern Speak? – che il recente volume orchestrato da Lorenzo Coccoli, I poveri possono parlare? Soggetti, problemi, alleanze (Ediesse, pp. 160, euro 13) si fa suggerire il titolo, allora non è forse illegittimo impiegare una categoria di cui le siamo debitori per tentarne una lettura. Si tratta dell’idea secondo cui quella di «subalterno» è una «posizione senza identità». I CINQUE SAGGI ordinati nel libro non fanno che applicare questa intuizione ai soggetti che diciamo «poveri» o «precari» che non si identificano con un campione dedotto da una...