Cultura

Indagine sul fuoco che viene

Indagine sul fuoco che vieneWomen's march (Portland, 2017) - Creative Commons

ITINERARI CRITICI Un’anticipazione dal volume «Il tempo della rivolta», in libreria per Bollati Boringhieri dal 22 ottobre. Che sia Portland o Bagdad, Algeri o Barcellona l’esplosione della collera è un sintomo, un richiamo. Ma a differenza dei moti del passato non è semplice far emergere un’aspirazione comune in quanto accade. Le cosmogonie sul senso della storia non fanno più presa e non danno voce ai nuovi antagonismi. Stavolta lo Stato è visto con gli occhi di chi è lasciato fuori o di chi si chiama fuori

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 20 ottobre 2020
Quel che colpisce nelle rivolte attuali è la grande frammentarietà; sembra arduo persino raggiungere una visione d’insieme. Se l’estensione mondiale è certa, sarà altrettanto certo che si tratti del medesimo fenomeno? Non sarà una forzatura ricorrere allo stesso nome per indicare situazioni disparate? Tanto più che, a differenza dei moti del passato, non è semplice far emergere un’aspirazione comune. Se gli insorti del 1848 miravano alla libertà e alla repubblica, se i rivoluzionari del 1917 erano guidati dall’ideale novecentesco del comunismo, se coloro che scesero in piazza negli anni Sessanta e Settanta pensavano che presto un altro mondo sarebbe stato...

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