Alias Domenica
Infanzia primonovecentesca a Treja, una topografia della memoria
Novecento italiano Il borgo marchigiano in cui, affidata a due vecchi zii, crebbe Dolores Prato, è l’epicentro di Giù la piazza non c’è nessuno, «enorme elegia» (Giuliani): scorciata da N. Ginzburg (Einaudi 1980), fu Zampa a darne l’editio maior (Mondadori ’97); ora da Quodlibet la versione definitiva a cura di Elena Frontaloni
Luigi Bartolini, L’iris e la rosellina, acquaforte, 1938
Novecento italiano Il borgo marchigiano in cui, affidata a due vecchi zii, crebbe Dolores Prato, è l’epicentro di Giù la piazza non c’è nessuno, «enorme elegia» (Giuliani): scorciata da N. Ginzburg (Einaudi 1980), fu Zampa a darne l’editio maior (Mondadori ’97); ora da Quodlibet la versione definitiva a cura di Elena Frontaloni
Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 6 ottobre 2024
Che cos’è Giù la piazza non c’è nessuno di Dolores Prato? Un’autobiografia? Un memoriale? Un regesto archivistico? Un Bildungsroman? Una saga familiare? La storia evenemenziale di una Polis? Ogni definizione sembra immediatamente venir meno (anche quelle più perspicue quali «enorme elegia» – così la battezzò Alfredo Giuliani nel 1998 – o «dettagliatissima cartografia sentimentale», stando a un’osservazione più recente di Andrea Cortellessa) davanti a ciò che viceversa si presenta come un’opera mondo o in ogni caso come uno dei Libri tout court, senza possibili e ulteriori aggettivi, del secolo scorso. Ora Giù la piazza non c’è nessuno (Quodlibet «Biblioteca», pp....