Cultura

Inge Morath, mezzo secolo di ritratti alla ricerca di ciò che luccica meno

Inge Morath, mezzo secolo di ritratti alla ricerca di ciò che luccica menoInge Morath, «Un lama a Times Square», New York, 1957

Mostre Al museo di Roma in Trastevere, una rassegna sulla fotografa austriaca e una selezione di suoi ritratti a scrittori e artisti (fino al 19 gennaio)

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 8 gennaio 2020
Philip Roth trentenne, seduto in poltrona con un bicchiere di vino in mano. 1965, New York, Greenwich Village. Inge Morath lo ritrae così, in bianco e nero, con uno sguardo inquieto e acuto e lui, stranamente docile, la lascia fare. Altrettanto belli i ritratti di Stravinsky (1959), Malraux, Calder. Quest’ultimo fotografato in più riprese nel suo studio: piccola figurina immersa nel grande stanzone a vetri nel quale oscillano appese ovunque, le sculture volanti. E poi lo sguardo ironico di Harold Pinter (1986), Allen Ginsberg pensoso e assorto (1986) o Louise Bourgeois che sorride seduta davanti ad un suo grande orecchio...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi