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Innocenzo X, vivo da Velázquez a Bacon

Divano Quel suo ritratto realizzato da Velázquez rivelava a Giovanni Battista un Giovanni Battista più ‘vero’ del Giovanni Battista che sapeva di essere, e lo metteva innanzi ad un Giovanni Battista che gli era ignoto

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 16 ottobre 2020
A Roma, tra l’aprile e il maggio (secondo alcuni tra il giugno e il luglio) del 1650, Diego Velázquez (1599-1660) dipinge un ritratto di papa Innocenzo X, al secolo Giovanni Battista Pamphilj. Si racconta che il pontefice, di fronte all’opera appena compiuta, pur riconoscendosi in quei tratti, immediatamente esclamasse: «troppo vero!». Vale la pena di soffermarsi a ragionare la spontanea affermazione del papa Pamphilj. Non senza meraviglia, egli constata, nell’osservarsi dipinto, un eccesso di ‘verità’. Una ‘verità’ ulteriore che intimamente lo riguarda e lo coinvolge, e lo spiazza come una novità imprevista. È sorpreso, quasi che il ‘suo’ ritratto, l’immagine...

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