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Ipasvi, quando la smentita è la miglior conferma

Ipasvi, quando la smentita è la miglior conferma

La replica Lo scopo della mia battaglia, cara presidente dell'Ipasvi, non è «creare discredito e offese», non sono proprio il tipo, ma è dare una mano a 420 mila infermieri a liberarsi da sfruttamenti, servitù, mortificazioni, gli stessi infermieri che il codice deontologico da lei voluto (art. 49) ha consegnato nelle mani dell’uso arbitrario e deregolato della professione condannando la sua gente alla peggior cosa che può capitare a una professione: la perdita di identità

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 26 luglio 2014
La replica di Anna Lisa Silvestro è deludente. Come le «macchie di Rorschach» essa lascia trasparire ciò che è imbarazzante.Il giochetto sul quale poggia tutta la replica è molto semplice e ingenuo: sulla manipolazione di mezze verità si dichiara compulsivamente il giudizio categorico, «è falso». Esempio, dice la Silvestro: è falso dire che esiste un «blocco di potere»,(giudizio categorico) perché io sono presidente solo da 14 anni (mezza verità manipolata). Silvestro è negli organismi dirigenti dell’Ipasvi dal 1994 (non capisco perché nasconderlo). Se il giudizio di falsità che lei deduce ammette una mezza verità, il giudizio si rivela contraddittorio: se...

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