Commenti

Iraq, le vittime delle nostre menzogne

Iraq, le vittime delle nostre menzogne

Iraq Quando il 9 aprile del 2003 a Piazza Firdus gli americani abbattono la statua di Saddam, dal tetto del Palestine potevamo vedere una città di milioni di abitanti completamente svuotata, silenziosa, immobile. Come scrive Giuliana Sgrena nel libro Manifesto per la libertà: «Bastò cambiare un’inquadratura per diffondere al mondo la notizia che una folla inneggiava alla liberazione dal dittatore»

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 27 ottobre 2019
Perché l’Iraq pompa sempre più petrolio – il secondo produttore al mondo – ma produce sempre più rabbia contro il sistema? La ragione profonda è nella sequenza di eventi seguiti alla più devastante fake news contrabbandata dagli Usa nella storia contemporanea e che noi in Europa abbiamo avallato con l’invasione dell’Iraq nel 2003: le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, mai trovate, e la tremenda disillusione seguita all’esportazione della «democrazia» in Medio Oriente, in un Paese che è poi finito, dopo il ritiro degli americani, per metà nelle mani di Al Qaida e del Califfato. Dal 2003 in...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi