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Isgrò, dalle cancellature al flusso delle memorie

Isgrò, dalle cancellature al flusso delle memorieEmilio Isgrò, «Una indivisibile minorata», 2010

Emilio Isgrò, "Autocurriculum", edito da Sellerio L'artista siciliano ripercorre, con sottile stupore e aggettivando, la storia dei suoi incontri: da Gio Ponti a Palazzeschi, da Fontana a Sciascia. E spiega il suo rapporto rifondativo con le parole: dinanzi ai «puri esercizi di manutenzione della parola novecentesca», condotti dalla neoavanguardia, volle rovesciare il tavolo...

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 19 novembre 2017
L’indice dei nomi non c’è ed è giusto che sia così. Autocurriculum (Sellerio, pp. 222, euro 14,00), il nuovo libro di Emilio Isgrò, scorre come un flusso instancabile, divertito e grato di ricordi e non ha, né vuole avere, la pretenziosità e l’organicità di un’autobiografia. Un indice dei nomi è attrezzo enciclopedico, volutamente «freddo». Incompatibile dunque con un libro come questo, in cui ogni nome compare quasi sempre a braccetto con un aggettivo, affettuoso anche quando sembra caustico. Giò Ponti è «pontificale», Enzo Mari «febbrile», Fausto Melotti «malinconico e sorridente», Calvino «spocchioso», Giancarlo Menotti «frustratissimo», Aldo Palazzeschi «trotterellante» e così via....

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