Internazionale
«Israele, il paese più diseguale. Ma l’economia è tabù»
Israele al voto Intervista all'economista Momi Dahan: «Non ci sono proteste a causa della composizione delle fasce povere: gli arabi e gli ultraortodossi, che non raccolgono il consenso generale. I poveri sono frammentati, è molto difficile unirli: due gruppi che possono essere mobilitati da direzioni politicamente opposte»
La città vecchia di Gerusalemme – LaPresse
Israele al voto Intervista all'economista Momi Dahan: «Non ci sono proteste a causa della composizione delle fasce povere: gli arabi e gli ultraortodossi, che non raccolgono il consenso generale. I poveri sono frammentati, è molto difficile unirli: due gruppi che possono essere mobilitati da direzioni politicamente opposte»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 9 aprile 2019
Sicurezza, bombardamenti o meno su Gaza, Iran. Le elezioni israeliane si giocano sul solito noto. E scompaiono, nel mare magnum di accuse e controaccuse dei candidati sul trattamento dei nemici esterni, le condizioni di vita dei cittadini israeliani. Eppure da anni Israele si aggiudica la poco onorevole palma di paese più diseguale dell’Ocse: oltre il 20% di tasso di povertà, welfare scarno, diseguaglianze strutturali tra gruppi sociali e crescente gap tra ricchi e poveri. Ne abbiamo parlato con Momi Dahan, economista israeliano alla School of Public Policy della Hebrew University di Gerusalemme. In campagna elettorale economia e società sono assenti....