Alias
Jazz, elogio della copertina
In mostra/Presso il palazzo banca d’alba della cittadina piemontese Un percorso tra 130 vinili, alcuni rari, altri più noti, con cover che spaziano artisticamente dal surrealismo alla pop art, da Henri Matisse a Jackson Pollock
La copertina di «Jazz Gunn», l'album del 1967 di Shelly Manne and His Men
In mostra/Presso il palazzo banca d’alba della cittadina piemontese Un percorso tra 130 vinili, alcuni rari, altri più noti, con cover che spaziano artisticamente dal surrealismo alla pop art, da Henri Matisse a Jackson Pollock
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 4 giugno 2022
«Le mostre di copertine in questi anni si sono moltiplicate. Per valorizzare al meglio l’archivio dell’Associazione Alec Gianfranco Alessandria della città di Alba avevo bisogno di un filo conduttore e l’ho individuato nell’arte. Le cover dei dischi jazz sono spesso ‘belle’. Perché? Perché pur essendo un tipico prodotto dell’industria culturale di massa ci lavorano grandi artisti come Andy Warhol o perché le opere di altri pittori, storicamente fondamentali, sono state riprese sui vinili, come capita a De Chirico o Rousseau per i dischi di Thelonious Monk. L’ibridazione tra arti visive e jazz è stata profonda. Mi sono lasciato guidare dal...