Alias
Jazz, la minaccia dentro i confini
Idee/Dove albergano le sentinelle della tradizione, i detrattori del Duca o di Ella Critici musicali, Internet, saggi tendono a restringere sempre più gli ambiti di pertinenza di un genere che però ha bisogno di incorporare stili e ritmi per sopravvivere e rigenerarsi
Gil Evans, The Gil Evans Orchestra Plays the Music of Jimi Hendrix (Rca, 1974)
Idee/Dove albergano le sentinelle della tradizione, i detrattori del Duca o di Ella Critici musicali, Internet, saggi tendono a restringere sempre più gli ambiti di pertinenza di un genere che però ha bisogno di incorporare stili e ritmi per sopravvivere e rigenerarsi
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 10 ottobre 2015
Al cospetto delle migliaia di migranti che tentano di approdare in Europa o muoiono nel tentativo di farlo, l’idea di trincerare anche i confini dell’arte – oltre a quelli degli stati – aggiunge una superflua dose di cinismo. Eppure proprio il lavoro di «pattugliare i confini», così lo ha definito qualche anno fa il critico David Ake, ha trovato terreno fertile anche nel jazz, dove per meriti intrinseci non dovrebbe avere cittadinanza. Il controllo degli angoli dove si annida clandestino qualcosa di sconosciuto non anima soltanto la politica conservatrice in atto in Europa o giustifica il muro che separa il...