Cultura

Jeff Wall, un artificio fedele alla realtà

Jeff Wall, un artificio fedele alla realtàJeff Wall, Insomnia

Mostre Cinquanta opere lungo un arco di tempo che abbraccia cinquant'anni: il fotografo canadese si racconta alla Fondazione Beyeler di Basilea

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 28 febbraio 2024
Il primo disorientamento nasce da un’affermazione di Jeff Wall, cogliendoci impreparati. Lui, fotografo, dice di non fotografare. Osserva in strada una scena, la registra nei minimi dettagli dentro di sé e poi la lascia svanire, senza catturarla con l’obiettivo. Può accadere che un giorno la ripensi, reimmaginandola come fosse un attimo congelato, un’azione improvvisa, un’apparizione disturbante: si riconcretizzerà su «schermi» enormi, cugini dei diorami, retroilluminati come al cinema, noi spersi nella penombra, il soggetto in piena luce rivelatoria. Il secondo spaesamento affonda ancora di più ogni certezza in chi guarda. Cosa si sta vedendo? Una porzione di realtà rubata alla...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi