Internazionale

Jihadisti di ritorno in Arabia saudita

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Intervista a Mouin Rabbani L'analisi del codirettore del think tank Jadaliyya, membro dell'Institute for Palestine studies. "Più chiaro è il ruolo del Golfo in Siria: con lo scoppio della guerra civile, ogni governo ha apertamente sostenuto alcuni gruppi di opposizione, quelli che erano in grado di controllare meglio o quelli che ritenevano più efficaci sul campo. L’obiettivo era fare delle opposizioni siriane gruppi ben organizzati, sempre più radicali"

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 30 agosto 2014
L’Isis spaventa l’intero mondo arabo minacciato dall’obiettivo di al-Baghdadi: la creazione di un califfato sunnita e lo stravolgimento degli equilibri interni. Target non è solo Baghdad o Damasco e quei regimi che negli anni passati hanno permesso la fioritura dei gruppi islamisti sunniti nella regione ora tremano. Ne abbiamo parlato con l’analista palestinese Mouin Rabbani, codirettore del think tank Jadaliyya e membro dell’Institute for Palestine studies. I paesi del Golfo vengono accusati di aver finanziato e armato i gruppi sunniti estremisti, permettendone l’avanzata in Iraq e Siria, nell’obiettivo di indebolire i governi sciiti di Siria e Iraq. È difficile provare...

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