Lavoro
Jobs Act, Cgil e governo tornano ai ferri corti: “E’ un Grande fratello”
Lo scontro Sindacato molto critico sulla riforma dei controlli a distanza: "Si dovrà tornare alla norma precedente". Ma Poletti replica: "Nessun rischio per la privacy, abbiamo solo adeguato lo Statuto del '70 ai moderni smartphone e tablet"
Carmelo Barbagallo, Susanna Camusso, Graziano Delrio e Giuliano Poletti
Lo scontro Sindacato molto critico sulla riforma dei controlli a distanza: "Si dovrà tornare alla norma precedente". Ma Poletti replica: "Nessun rischio per la privacy, abbiamo solo adeguato lo Statuto del '70 ai moderni smartphone e tablet"
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 19 giugno 2015
Si alza il livello dello scontro tra la Cgil e il governo, dopo la riforma dei controlli a distanza introdotta dai decreti attuativi del Jobs Act: ieri la segretaria generale del sindacato, Susanna Camusso, ha definito il nuovo sistema un «Grande fratello», mentre dal canto suo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha risposto con una lunga nota, in cui ha spiegato che la riscrittura dello Statuto del 1970 «non viola la privacy». Va anche detto che qui non solo di privacy si parla, sempre e comunque sacrosanta: il controllo a distanza, infatti, può essere utilizzato anche per esercitare indebite...