Politica

Jobs act, l’Ndc si impunta

Jobs act, l’Ndc si impuntaL'ex ministro berlusconiano Maurizio Sacconi, oggi relatore della legge delega sul lavoro

Governo Sacconi non ci sta: non vuole il reintegro per licenziamento disciplinare. E Renzi ha un'idea: la legge delega? Basta un ordine del giorno. Le minoranze stoppano: serve una nuova riformulazione. Ma il governo ha fretta. Lo sfogo amaro di Bersani: sbagliato attaccare il sindacato, ma alla fine voterò sì

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 2 ottobre 2014
La discussione sul jobs act al senato va avanti per tutto il giorno. Il governo conta sui senatori per dare l’illusione di andare avanti con il lavoro. E invece ancora una volta il pié veloce di Matteo Renzi si è incagliato. Qual è il problema? La «mediazione» raggiunta nel Pd con il voto dello scorso lunedì in direzione, fuori dal Nazareno è una coperta corta. Il Nuovo centrodestra ora la tira dalla sua parte. Il problema è costituito da quella parolina che Renzi ha aggiunto, «reintegro per licenziamento disciplinare», accanto all’insopprimibile reintegro per licenziamento discriminatorio. «Dsciplinare» però non va giù...

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