Lavoro
Jobs Act, una ripresina pavida e anemica
Istat L’aumento degli occupati a tempo indeterminato non rappresenta nuova occupazione, ma una forma di stabilizzazione. Costerà poco alle imprese disfarsi di questi lavoratori, che di fatto da disoccupati non avranno nessun diritto in più
/var/www/ilmanifesto/data/wordpress/wp content/uploads/2014/12/23/jobsactapprovato
Istat L’aumento degli occupati a tempo indeterminato non rappresenta nuova occupazione, ma una forma di stabilizzazione. Costerà poco alle imprese disfarsi di questi lavoratori, che di fatto da disoccupati non avranno nessun diritto in più
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 3 febbraio 2016
La dinamica dell’occupazione, secondo l’ultima rilevazione sulle forze di lavoro Istat, chiude pavidamente il 2015. Nell’arco dei dodici mesi il numero di occupati è cresciuto complessivamente di un esiguo 109 mila unità. Da un lato, la ripresina dell’occupazione pare restituire al lavoro italiano il suo carattere duale in termini di genere: a beneficiarne sono infatti solo gli uomini (+132 mila) contro una riduzione del numero di lavoratrici di -23 mila unità. Dall’altro lato, i dati dell’Istituto di Statistica rivelano che la coorte, tra i 25 e i 49 anni, che dovrebbe essere protagonista del mercato del lavoro continua a rimanere...