Anna-Eva Bergman, «N° 13, Deux nunataks», 1976
Alias Domenica

Jon Fosse, echi di un monologo corale dal fondo della selva oscura

Anna-Eva Bergman, «N° 13, Deux nunataks», 1976

Scrittori norvegesi «Un bagliore» sorprende il protagonista impantanato nella foresta dopo essersi avventurato senza meta alla guida della sua auto: da La nave di Teseo, una novella

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 7 luglio 2024
Rivisitando una famosa citazione di Jacques Derrida, in occasione del suo discorso per il Nobel, Jon Fosse ha detto che «le cose più importanti nella vita non si possono dire, ma soltanto scrivere». Proprio attraverso la sua opera letteraria, infatti, l’autore norvegese cerca di dare forma sensibile e percettibile a ciò che altrimenti sfuggirebbe alla nostra comprensione. E l’ultimo romanzo, Un bagliore (tradotto da Margherita Podestà Heir, La Nave di Teseo, pp. 74, € 13,00) non fa eccezione. Chi non avesse mai letto Jon Fosse potrebbe iniziare proprio da qui: in netto contrasto con la sua precedente Settologia, romanzo di...

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