Anna-Eva Bergman, «N°12-1967, Grand Finnmark Rouge»
Alias Domenica

Jon Fosse, paesaggi interiori con sdoppiamento in forma dialogica

Anna-Eva Bergman, «N°12-1967, Grand Finnmark Rouge»

Drammaturghi norvegesi Il minimalismo linguistico, della trama, dei personaggi e delle scenografie insegue significati narrativi trascendenti, mentre l’ironia vela l’impianto psicoanalitico della pièce: «La ragazza sul divano», del 2002, in una nuova traduzione da Einaudi

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 31 marzo 2024
Bastano pochi elementi a Jon Fosse per creare mondi all’interno di altri mondi. Quando per esempio il drammaturgo norvegese ci invita a entrare nel salotto di La ragazza sul divano (Einaudi, ritradotto, dopo una prima uscita per Editoria e Spettacolo, nel 2007, da  Graziella Perin, pp. 88, € 10,00) ci guida in una eterotopia, dove spazi e tempi distanti tra loro, presenti, passati e futuri,  convivono e co-accadono. Il minimalismo tipico di Fosse – linguistico, della trama, dei personaggi e delle scenografie del suo teatro – si sviluppa per sottrazione, facendo  sì che i pochi elementi di scena assumano significati...

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