Alias Domenica
Joszef Czapski, la Recherche nel gulag
Da Adelphi «Proust a Grjazovec. Conferenze clandestine» di Joszef Czapski Inverno 1940-’41: in un gelido campo sovietico il generale e pittore polacco rammemora Proust, letto negli anni venti, per i suoi compagni di prigionia...
Un autoritratto fotografico di Joszef Czapski
Da Adelphi «Proust a Grjazovec. Conferenze clandestine» di Joszef Czapski Inverno 1940-’41: in un gelido campo sovietico il generale e pittore polacco rammemora Proust, letto negli anni venti, per i suoi compagni di prigionia...
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 13 settembre 2015
Resuscitando nella memoria le sue letture degli anni venti, Giacomo Debenedetti contrapponeva perentoriamente ai tanti nomi menzionati nelle storie letterarie, «gente che lavorava con carta, penna e inchiostro», la «fluida, stupenda, incessante calligrafia di luce» creata da Marcel Proust che, in virtù del suo intreccio consapevolmente incestuoso con i concetti di tempo e durata, pareva dotata della capacità peculiare di inghiottire l’orizzonte esistenziale del lettore, entrando direttamente a far parte del suo destino personale. Una impressione, quella del critico piemontese, che, in tutt’altro frangente, dovette essere condivisa anche da Joszef Czapski, pittore e ufficiale dell’esercito polacco che, caduto prigioniero dei...