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Józef Czapski, ritratto del disonore, una mortificazione della spiritualità russa

Józef Czapski, ritratto del disonore, una mortificazione della spiritualità russaJózef Czapski, «Al capezzale della malata», 1964

Novecento polacco Incaricato di indagare sul destino di migliaia di ufficiali polacchi, che dopo l’«amnistia» concessa ai prigionieri di guerra non si ripresentavano, Józef Czapski traversò «La terra inumana dello stalinismo»: da Adelphi

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 19 febbraio 2023
Quel che accadde durante il massacro di Katyń – chiuso in una menzogna durata quasi mezzo secolo – venne ammesso dalle autorità sovietiche soltanto nel 1990, quando Gorbačëv riconobbe quanto in Occidente si sapeva già da tempo: l’assassinio nel 1940 di oltre 20.000 ufficiali e sottoufficiali polacchi internati nei campi di prigionia di Kozel’sk, Starobil’sk e Ostaškov altro non era che uno dei molti crimini dello stalinismo. Un genocidio perfettamente iscritto nel progetto totalitario delle autorità del Cremlino: i quadri dell’esercito polacco erano infatti composti da scienziati, medici, ingegneri, avvocati, insegnanti, dipendenti pubblici, membri di quell’intellighenzia che incarnava i principi...

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