Cultura

Juan Emar, le radici cilene di un flâneur

Juan Emar, le radici cilene di un flâneurJuan Emar con Gabriela Rivadeneira (sua seconda moglie) / fonte «Lalt»

GEOGRAFIE A proposito di «Ieri», un romanzo breve appena tradotto per Safarà dello scrittore, artista e critico di Santiago. La città immaginaria di San Agustín de Tango fa da sfondo a episodi racchiusi in un’unica giornata. Ignorato nel suo stesso paese, ha smesso da tempo di essere un autore «segreto»: a partire dagli anni ’70, ha attirato l’Accademia e anche l’editoria indipendente. Il manoscritto «Umbral» ebbe una complessa stesura, arrivando a superare le cinquemila pagine: uno sterminato metaromanzo che attraversa tutti i generi

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 3 luglio 2024
«Juan Emar è un caso letterario, quanto Álvaro Yáñez Bianchi (che è la stessa persona) è un caso esistenziale. Non insolito, certo, nella sua realtà apparente, storica. Di cileni e di americani che hanno trascorso buona parte della loro esistenza fuori dal proprio paese per scelta o necessità, più spesso a Parigi che altrove, è possibile, infatti, segnalarne più di uno». Così inizia la magistrale introduzione di Ignazio Delogu a Diez (raccolta di racconti pubblicata nel 1987 dalla mai abbastanza rimpianta Le Parole Gelate), che fino al mese scorso era l’unica opera di Emar tradotta in italiano. Safarà, casa editrice...

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