Cultura

Juan Marsé, nel racconto di una Barcellona quasi scomparsa

Juan Marsé, nel racconto di una Barcellona quasi scomparsaJuan Marsé, foto di Elisa Cabot (wikicommons)

ADDII Addio al grande scrittore spagnolo, tra gli ultimi narratori della «Generazione del ’50». Anticlericale e antinazionalista irriducibile, nonché antifranchista di ferro, amava il cinema e i fumetti. Tra i suoi romanzi: «Ultime sere con Teresa», «Il mistero di Shangai», «Ronda del Guinardò». Un linguaggio ricco e prezioso, pieno di minuzie, corretto e rivisto all'infinito, e intriso di una disillusione costante, di un'ironia e di un senso dell'umorismo assai rari

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 21 luglio 2020
«Mi dichiaro anticlericale militante, come lo era mio padre; a questo paese la Chiesa ha fatto tanto danno, e continua a farlo… Perché devo pagare di tasca mia questa banda di spudorati, di imbroglioni, i vescovi della Chiesa?». Da una simile invettiva, che prima o poi tornava ad affiorare nelle rare interviste concesse da Juan Marsé – scomparso a ottantasette anni nella notte di sabato e ultimo narratore della generazione del ’50, nonché uno dei più grandi del ventesimo secolo – è facile immaginare che ai suoi laicissimi funerali, oggi, non ci saranno simboli religiosi. E, probabilmente, neppure bandiere catalane...

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