Cultura
Judy Batalion e la memoria ritrovata delle combattenti
L'intervista Alla vigilia del 27 gennaio parla la studiosa canadese autrice di «Figlie della Resistenza», edito da Mondadori. La storia dimenticata di migliaia di giovani ebree che lottarono contro i nazisti nei ghetti della Polonia. «Pianificavano rivolte, nascondevano revolver nei pelouche, spiegavano cosa accadeva nei lager: la loro eredità di audacia e passione»
I documenti contraffatti con cui Vladka Meed, una delle combattenti la cui vita è raccontata in "Figlie della Resistenza", circolava nella Polonia occupata dai nazisti sotto il falso nome di Stanislawa Wachalska, 1943. (United States Holocaust Memorial Museum)
L'intervista Alla vigilia del 27 gennaio parla la studiosa canadese autrice di «Figlie della Resistenza», edito da Mondadori. La storia dimenticata di migliaia di giovani ebree che lottarono contro i nazisti nei ghetti della Polonia. «Pianificavano rivolte, nascondevano revolver nei pelouche, spiegavano cosa accadeva nei lager: la loro eredità di audacia e passione»
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 24 gennaio 2023
Diverse centinaia, probabilmente addirittura migliaia. Le donne ebree, spesso anche giovanissime che nella Polonia occupata dai nazisti scelsero di combattere furono non solo numerose, ma offrirono un contributo spesso determinante alla coesione e alla lotta delle comunità minacciate. Eppure, la storia che Judy Batalion, nata e cresciuta a Montréal in una famiglia di ebrei polacchi sopravvissuti alla Shoah, ha scelto di raccontare è in larga parte inedita. In Figlie della resistenza (Mondadori, pp. 576, euro 25, traduzione di Giuliana Lupi), la studiosa canadese che ha lavorato a questa ricerca per più di dieci anni, dà infatti voce a vicende cadute...