Julian Barnes, manipolare versioni diverse  di ciò che non si ricorda
Ulf Andersen / Getty
Alias Domenica

Julian Barnes, manipolare versioni diverse di ciò che non si ricorda

Scrittori inglesi Aneddoti tratti dalle vite di illustri tanatofobi affollano le pagine di «Niente paura», atipico esercizio di autofiction datato 2008, in cui Julian Barnes confronta i suoi ricordi con quelli del fratello filosofo: ora da Einaudi
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 3 aprile 2022
Dai tempi del suo primo romanzo Metroland, in cui ironizzava sull’irrazionale paura della morte che attanaglia il protagonista fin dall’adolescenza, ai racconti ancora inediti in Italia di The Lemon Table, tutti centrati sulla vecchiaia e l’avvicinamento al trapasso, passando attraverso le meditazioni del dottor Braithwaite sul suicidio della moglie nel Pappagallo di Flaubert, Julian Barnes non ha mai nascosto la propria quasi ossessiva tanatofobia, arrivando a farne la materia di un memoir, Niente paura (tradotto da Daniela Fargione, Einaudi, pp. 256, € 19,50) che esce ora in Italia, a distanza di quattordici anni dall’originale. I tre lustri che separano lo...

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