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Juventus, l’onda lunga della sentenza

Juventus, l’onda lunga della sentenzaUn'azione di Napoli Juventus 5 1 – foto Ansa

Calcio La querelle delle plusvalenze non è la sola legata al club torinese, il rischio di ulteriori penalizzazioni per la vicenda legata agli stipendi

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 24 gennaio 2023

L’onda della sentenza della Corte d’Appello sulle plusvalenze è ancora alta, ma dietro l’angolo potrebbe scatenarsi un uragano sulla Juventus. La questione dello scambio sistematico di calciatori a prezzi ritenuti non congrui al loro valore di mercato (le plusvalenze, appunto) rappresenta solo un filone delle inchieste sul mondo del calcio e sulla Vecchia Signora. Nei prossimi giorni si leggeranno le motivazioni, assai attese dagli opposti schieramenti, tra colpevolisti e complottisti, che hanno portato a una sentenza così dura per i bianconeri. Che però rischiano ancora di più, se la procura federale decidesse di procedere anche sul filone delle “manovre stipendi”. Ovvero, sulle operazioni con i calciatori con cui la Juve, nelle stagioni 2019/20 e 2020/21, avrebbe posticipato una parte dei pagamenti dovuti ai suoi calciatori, facendo firmare loro prima una rinuncia e poi degli accordi per restituire almeno un’ampia parte dei soldi. Si tratta di circa 90 milioni di euro di emolumenti, di cui 61 soltanto posticipati. Si saprà qualcosa sicuramente entro fine gennaio. 
Il club bianconero rischia ancora di più, se la procura federale decidesse di procedere anche sul filone delle “manovre stipendi”.

GLI ACCORDI sottoscritti tra dirigenti e calciatori, su carte non federali e non depositati, violerebbero infatti, se riconosciuti tali, l’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva e possono portare a penalizzazioni e a pesanti multe per la società. Ecco cosa dice l’articolo in questione: “La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto”. Intercettazioni, prove documentali, qualche parola di troppo dei dirigenti della Juve: quei 15 faldoni, migliaia di pagine di intercettazioni e interrogatori, arrivati dalla procura di Torino che lavora all’inchiesta Prisma – il processo parte a fine marzo -, potrebbero produrre nuove sanzioni. Anche una nuova penalizzazione, più corposa rispetto ai -15 punti decretati dalla Corte d’Appello sulle plusvalenze, con ricorso juventino entro un mese e decisione di legittimità del Collegio di Garanzia del Coni entro un paio di mesi. Da settimane, a proposito della “manovra stipendi” juventina si fa riferimento alla famosa “carta Ronaldo”: l’accordo (mai firmato dal calciatore) che prevedeva il pagamento di 19 milioni e mezzo di euro al giocatore portoghese in caso di cessione dell’asso portoghese, che si è verificato lo scorso anno, al Manchester United.

MA NON CI SAREBBE stato solo un accordo con Ronaldo. Si parla, da intercettazioni e nuovo materiale, che 17 calciatori avrebbero accettato il rinvio dei pagamenti. Stralci delle intercettazioni sono stati pubblicati nelle scorse settimane, tra chi come Dybala si diceva non concorde all’intesa e con Chiellini a trattare tra la società e i compagni di squadra. Che a loro volta, se il differimento fosse accertato, rischiano un mese di squalifica. La società bianconera, invece, potrebbe essere costretta a guardare da lontano le coppe europee per qualche tempo.

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