Alias Domenica
Kawabata, il senso dei gigli
Grandi dialoghi/1 Con «Il suono della montagna», il cui protagonista, Shingo, a sessantadue anni comincia a cogliere in sé segnali di declino che gli fanno presagire l’approssimarsi della morte, lo scrittore giapponese si confrontava con il tema della vecchiaia
Da «Il suono della montagna» di Naruse Mikio, 1954
Grandi dialoghi/1 Con «Il suono della montagna», il cui protagonista, Shingo, a sessantadue anni comincia a cogliere in sé segnali di declino che gli fanno presagire l’approssimarsi della morte, lo scrittore giapponese si confrontava con il tema della vecchiaia
Pubblicato più di un anno faEdizione del 6 agosto 2023
Goffredo Parise aveva definito Kawabata «il maggior poeta della vecchiaia e della morte che sia mai stato dato di leggere». A suggerire questa ammirata considerazione allo scrittore vicentino era stata la lettura della Casa delle belle addormentate. Ma Kawabata si era misurato con il tema della vecchiaia già ai suoi esordi, nel racconto giovanile «Diario di un sedicenne», che descriveva la convivenza del giovane narratore con l’anziano nonno, cieco e malato; era poi tornato in argomento nella maturità con Il suono della montagna, il cui protagonista, Shingo, a sessantadue anni comincia a cogliere in sé segnali di declino che gli...