Internazionale
Khashoggi, a morte i sicari. Salvi i mandanti
Arabia saudita Si chiude con cinque pene capitali il processo-farsa in Arabia saudita. Prosciolti i più stretti collaboratori del principe Mohammed bin Salman. La procura di Riyadh: «Non fu premeditato». Risultati opposti alle inchieste della Cia e dell’Onu
La foto del giornalista Jamal Khashoggi durante la commemorazione a Istanbul il 2 ottobre scorso – Ap
Arabia saudita Si chiude con cinque pene capitali il processo-farsa in Arabia saudita. Prosciolti i più stretti collaboratori del principe Mohammed bin Salman. La procura di Riyadh: «Non fu premeditato». Risultati opposti alle inchieste della Cia e dell’Onu
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 24 dicembre 2019
Il regime saudita ha assolto se stesso dall’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Per la procura di Riyadh ad ammazzare l’editorialista del Washington Post nel consolato saudita di Istanbul, il 2 ottobre 2018, e a sbarazzarsi del cadavere (forse sciolto nell’acido, del suo corpo non è stato trovato alcun resto) sono stati singoli funzionari di loro spontanea volontà. Nessun ordine dall’alto, tutti assolti i più stretti collaboratori del principe ereditario Mohammed bin Salman. Le cinque «mele marce» sono state condannate a morte e altri tre cittadini sauditi, accusati di aver coperto i responsabili, sconteranno un totale di 24 anni di carcere....