Cultura
Kiana Hayeri, una cella come casa
Intervista Apre la Biennale della Fotografia Femminile a Mantova, a cura di Alessia Locatelli. Fra le ospiti, anche la fotografa iraniana-canadese con la sua serie «Where Prison is Kind of Freedom», ora diventata un libro, che ritrae le detenute nel carcere di Herat (condannate per aver ucciso i loro mariti abusanti)
Da «Where Prison is Kind of Freedom» (Herat) di Kiana Hayeri (NYT)
Intervista Apre la Biennale della Fotografia Femminile a Mantova, a cura di Alessia Locatelli. Fra le ospiti, anche la fotografa iraniana-canadese con la sua serie «Where Prison is Kind of Freedom», ora diventata un libro, che ritrae le detenute nel carcere di Herat (condannate per aver ucciso i loro mariti abusanti)
Pubblicato 9 mesi faEdizione del 8 marzo 2024
La terza edizione della Biennale di Fotografia Femminile di Mantova si apre all’insegna degli sguardi intimi. Private è, infatti, il titolo scelto dalla direttrice artistica Alessia Locatelli per questa rassegna organizzata dall’Associazione La Papessa con il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Mantova, della Fondazione Cariplo e il sostegno di Fujifilm Italia). Quasi segrete sono le «inquadrature» che propone Kiana Hayeri, fotografa iraniana-canadese, nata a Teheran, nel suo bellissimo progetto – ora diventato libro – Where Prison is Kind of Freedom, nato dentro il carcere femminile di Herat, in Afghanistan, paese dove l’autrice si era trasferita (arrivando circa un...