Visioni

Kiarostami, catturare l’effimero

Kiarostami, catturare l’effimero

Cinema L'approccio al mondo della fotografia del grande cineasta scomparso lunedì sera a Parigi

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 6 luglio 2016
Catturare l’effimero è l’aspirazione dei poeti, degli artisti. Abbas Kiarostami (Teheran 1940, Parigi 2016) ha confermato la sua attitudine attraverso un processo di semplificazione, meccanismo imprescindibile di tutta la sua poetica che abbraccia, oltre al cinema (ricordiamo Il Sapore della ciliegia, Palma d’oro a Cannes nel 1997 e tra i numerosi riconoscimenti nel 2005 il Pardo d’onore al Festival di Locarno e il premio alla carriera del Reykjavik International Film Festival), l’opera pittorica, scultorea e grafica – si era laureato in Belle Arti all’Università di Teheran – e la poesia. Anche la fotografia è frutto del suo sguardo minimalista: era...

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