Alias Domenica
Klee, nella rete di un ragno stellare
A Monaco due mostre su Paul Klee: alla Pinakothek der Moderne una grande antologica, alla Galerie Thomas il rapporto con la musica e il teatro Da Boulez a Masson, le interpretazioni hanno dovuto fare i conti con le misure piccole delle opere. Un altro vettore è il rapporto con la «pesanteur» della Storia: «Ma posso morire, io, un cristallo?»
Paul Klee © Zentrum Paul Klee di Berna, "Das Tor der Nacht", 1921, collezione privata
A Monaco due mostre su Paul Klee: alla Pinakothek der Moderne una grande antologica, alla Galerie Thomas il rapporto con la musica e il teatro Da Boulez a Masson, le interpretazioni hanno dovuto fare i conti con le misure piccole delle opere. Un altro vettore è il rapporto con la «pesanteur» della Storia: «Ma posso morire, io, un cristallo?»
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 29 aprile 2018
Andrea CortellessaMONACO
Racconta Pierre Boulez che per la verità, al primo incontro (a una mostra di Christian Zervos, nel 1947), tutta questa impressione Klee non gliela fece: l’occhio lo rubavano quadri ben più grandi. Nel ’46 ricordava André Masson come per molti i suoi non fossero che «francobolli». Ma, aggiungeva, «la cattiveria della pulce è tale che ne basterebbe una delle dimensioni di un cavallo per devastare la Gran Bretagna». A guardia del famoso saggio su di lui, nel ’41, Clement Greenberg aveva posto un esergo da Kant: «il bello può essere piccolo». Perché, prosegue Boulez, dopo quella prima impressione agisce «una...