Visioni
Kriszta Szekely: «il palcoscenico fa ancora paura al potere»
A teatro La regista ungherese porta in scena al Carignano un allestimento da «Zio Vanja» di Anton Cechov: «Dopo la caduta del comunismo e della sua burocrazia ci abbiamo messo poco a capire che anche la nuova generazione politica era corrotta»
Una scena da «Zio Vanja» di Anton Cechov – foto di Andrea Macchia
A teatro La regista ungherese porta in scena al Carignano un allestimento da «Zio Vanja» di Anton Cechov: «Dopo la caduta del comunismo e della sua burocrazia ci abbiamo messo poco a capire che anche la nuova generazione politica era corrotta»
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 11 gennaio 2020
Gianfranco CapittaTORINO
Kriszta Szekely era venuta al Carignano qualche tempo fa, portando una sua rielaborazione da Ibsen dal titolo Nora, Natale in casa Helmer, e chi ha visto quella Casa di bambola riscritta e messa in scena da lei, usa solo superlativi, addetti ai lavori e non, per uno spettacolo applaudito e pluripremiato in tutta Europa. Lei, bellezza androgina magra e scattante (la sua vera formazione giovanile è stata l’accademia di danza classica) ha quasi 38 anni, e lavora da diverso tempo al teatro Katona Joszef, da noi il più famoso di Budapest, da dove si sono fatti conoscere maestri geniali e...