Internazionale
La prima volta dell’Iran: ammette gli uccisi ma li chiama «teppisti»
Golfo Per la prima volta Teheran dà conto della repressione delle proteste ma scarica la colpa sui manifestanti. Il governo dà solo il bilancio dei fermi, 7mila. Secondo Amnesty, almeno 208 vittime
Una banca data alle fiamme il 20 novembre dai manifestanti a Shahriar, a sud ovest di Tehran – Ap
Golfo Per la prima volta Teheran dà conto della repressione delle proteste ma scarica la colpa sui manifestanti. Il governo dà solo il bilancio dei fermi, 7mila. Secondo Amnesty, almeno 208 vittime
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 4 dicembre 2019
Anche se Internet era spento in Iran, il mondo ha saputo della repressione: la più cruenta dalla Rivoluzione del 1979 e con più morti rispetto al 2009, quando in migliaia scesero in strada per sostenere il Movimento Verde. Le emittenti straniere hanno dato ampia copertura a quanto successo. Non potendo negare l’evidenza – o forse proprio per far capire di voler punire severamente il dissenso – lunedì notte il secondo canale della tv di Stato ha ammesso che le forze di sicurezza hanno ucciso «teppisti e rivoltosi armati» nel sobborgo Shahriar di Teheran, a Shiraz e Sirjan (centro-sud) e in...