Cultura
La banalità dell’odio
Casi editoriali Qualche riflessione intorno al libro «Sottomissione» di Michel Houellebecq: un autore-merce che finisce per identificarsi con il personaggio del romanzo, quel François senza gioie né passioni, privo di vita vera
Lalla Essaydi, «Les femmes du Maroc»
Casi editoriali Qualche riflessione intorno al libro «Sottomissione» di Michel Houellebecq: un autore-merce che finisce per identificarsi con il personaggio del romanzo, quel François senza gioie né passioni, privo di vita vera
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 18 marzo 2015
Di Sottomissione, di Michel Houellebecq, si è ormai detto e scritto tutto. La Francia rimane quel paese strano in cui, in assenza di qualsiasi tipo di movimento o contestazione politica e sociale, la conflittualità (che pure esiste, senza mai riuscire a prendere forma) si cristallizza altrimenti ed altrove. Per esempio, dentro un testo letterario. Sottomissione (in Italia uscito per Bompiani), così come dieci anni fa accadde a Le Benevole, di Jonathan Littell, ha letteralmente spaccato la Francia in due. I giornali si sono riempiti di recensioni, editoriali, fondi redazionali, interviste. Ognuno ha dichiarato agli altri da quale parte stava –...