Cultura
La bellezza perversa di Gerusalemme
Scaffale Il libro di Meir Margalit, ebreo israeliano appartenente alla sinistra sionista del Meretz. Una città che è anche una «non-città», eletta a teatro dell’ingiustizia di Stato, strutturale, funzionale al radicamento di una narrazione e alla cancellazione dell’altra
Scaffale Il libro di Meir Margalit, ebreo israeliano appartenente alla sinistra sionista del Meretz. Una città che è anche una «non-città», eletta a teatro dell’ingiustizia di Stato, strutturale, funzionale al radicamento di una narrazione e alla cancellazione dell’altra
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 26 febbraio 2019
Gerusalemme è un luogo unico. Gerusalemme mette in crisi. Gerusalemme è visitabile, da turista, solo in modalità «cecità», scegliendo di non vedere e non sentire. La sua atmosfera non è rintracciabile a nessuna latitudine. Si può restare abbagliati dalla bellezza confusa e avvolgente della Città Vecchia e dalla luminosità dei colori della Spianata delle Moschee. Si può trovare il proprio spazio, e immaginare un po’ di silenzio, tra le troppe candele del Santo Sepolcro o i fedeli nella piazza che dà sul Muro del Pianto. CI SI PUÒ SCONTRARE con migliaia di volti diversi, abbigliamenti diversi, lingue diverse e fingere...