Visioni

«La casa è di chi l’abita», l’occupazione narrata dietro la «soglia»

«La casa è di chi l’abita»,  l’occupazione narrata dietro la «soglia»

Cinema Il film di Luis Fulvio, tra i premiati al Laceno d’oro, entra in una realtà che davanti all'obbiettivo diventa espressione del presente

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 17 dicembre 2020
La casa è di chi l’abita. E il tempo è dei filosofi. La canzone di Francesco Bertelli – testo scritto in ricordo della Comune di Parigi – «versione» Youngang su cui scorrono i titoli di coda è quasi il controcampo del film di Luis Fulvio, premiato al Laceno d’oro di Avellino che si è appena concluso (edizione online ovviamente) – un po’ come la dedica finale che per scoprirla si deve arrivare in fondo. Di cosa si parla lo sappiamo invece subito, dal titolo La casa è di chi l’abita – Porta Pia occupata. Una casa occupata dunque, a Roma,...

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