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La cittadinanza sportiva non è un gioco

La cittadinanza sportiva non è un giocoMario Balotelli a San Siro – LaPresse

Generazione Balotelli Pochi hanno finora posto la dovuta attenzione ai fenomeni di razzismo nello sport italiano e alle discriminazioni istituzionali praticate dalle federazioni sportive nei confronti dei minori di origine immigrata. La legge approvata nel gennaio 2016 non risolve tutti i problemi

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 18 ottobre 2016
Il tema delle discriminazioni in ambito sportivo è rimasto a lungo al margine dell’interesse di chi si occupa dei diritti dei migranti. Con poche eccezioni, in linea con una tradizione culturale particolarmente fertile in Italia, e che travalica gli orientamenti politici, attivisti, sociologi, giornalisti, hanno considerato lo sport un mondo a parte, che non si relaziona con la società e i suoi problemi. È difficile altrimenti spiegare come le ripetute dichiarazioni razziste e omofobe del presidente della Figc Tavecchio non abbiamo portato alle sue dimissioni. Pur di fronte a un’inedita doppia squalifica da parte sia dell’organo di governo europeo del...

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