Cultura

La classe creativa della città fantasma

La classe creativa della città fantasma«Collage Walls and Towers» di Andrew Magee

Mappe urbane Detroit è il simbolo della black music e del declino dell’industria dell’auto. Ma è anche la metropoli dove la «gentrification» mostra il volto glamour e tranquillizzante della riqualificazione fatta di orti urbani, controcultura e welfare comunitario

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 1 ottobre 2015
In francese détroit significa «strettoia». Un avventuriero francese, monsieur de Cadillac, scelse quel nome per un insediamento posto alla confluenza fra un fiume e un grande lago che aveva contribuito a fondare. Perdendo l’accento sarebbe diventata Detroit, la città dell’auto, del fordismo, della massiccia migrazione dal Sud di neri attratti dalle opportunità di lavoro offerte dalla grande industria. Ma Detroit non ha significato solo catene di montaggio. Citando un non memorabile pezzo dei Kiss, Detroit è anche city rock, per il meglio e per il peggio, si potrebbe aggiungere: MC5 e Iggy and the Stooges, ma anche il blue collar...

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