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La contrapposizione tra piazza e palazzo apre il varco ai movimenti

La contrapposizione tra piazza e palazzo apre il varco ai movimenti

La vera discontinuità Per sconfiggere il «senso comune» (non parlerei ancora in questo caso di egemonia culturale) frustrato e incattivito che muove a grandi passi verso la decrescita infelice della democrazia e la sua riscrittura autoritaria è necessaria l’azione di altri soggetti, quelli capaci di coltivare il terreno extraparlamentare, di organizzare lotte, occupare spazi fisici e culturali, trasformare in istituzione le proprie conquiste sul campo

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 19 settembre 2019
C’è uno schema ossessivamente sbandierato dalla Lega e da Fratelli d’Italia, da cui Berlusconi prende le distanze, ma che il nuovo governo e le forze che lo sostengono, sia pure con toni e intenti opposti, intimamente condividono. Si tratta della contrapposizione tra le regole e i dispositivi della democrazia parlamentare (con i suoi fondamenti costituzionali) e la cosiddetta «piazza». Un termine privo di preciso significato che può spaziare dai fedeli che ascoltano l’Angelus alla sagra degli strozzapreti, dai comizi di partito ai raduni degli alpini. Ad ogni buon conto, questa contrapposizione abbandonata a se stessa nella sua fumosa semplicità è...

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