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La cooperazione di difesa Ue favorisce chi produce armi

La cooperazione di difesa Ue favorisce chi produce armi

Ue, difesa, sicurezza e armi Il processo in corso infatti non sta portando ad una razionalizzazione delle strutture e dei costi degli eserciti nazionali degli Stati Membri (cosa che potrebbe far piacere anche agli stessi movimenti disarmisti, in quanto i possibili risparmi nelle spese militari continentali potrebbero andare dai 25 ai 100 miliardi di euro annui, secondo diverse stime) ma mette davanti considerazioni di pura logica militare - o peggio di produzione di armi - a ogni idea di rafforzamento positivo dell’Unione Europea

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 20 dicembre 2017
Pochi giorni fa a Bruxelles, con un discorso di Donald Tusk, i capi di Stato e di governo del Consiglio europeo hanno dato avvio ufficiale alla Pesco, la cooperazione strutturata e permanente per la difesa e la sicurezza in ambito Ue. II Concludendo così un 2017 denso di novità nell’integrazione europea nel campo militare e di difesa, con un’accelerazione mai vista nei decenni precedenti e favorita da una congiuntura particolare (dalla Brexit alla situazione dei flussi migratori). Con tanto di positivi giudizi anche da parte italiana e dell’Alto Commissario Federica Mogherini. UN PASSO «STORICO» su un tema considerato un «tabù»...

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